Alessandro Grazian

Prosopografie

Alessandro Grazian


Mi sento chiuso in allucinazioni
così piccole che potrei fargli male
così piccole che mi posson far bene
respirandomi, levigandomi
e piĂą mi respiro piĂą assomiglio al mio profilo
fatto di smorfiette, gesti démodé
di carezze e di fossette di luce

asciugo braccia, occhi e faccia
dita, trecce e tutto ciò che ho da scaldare
io mi suono, stendo e muovo nel mio altare
di poesie naĂŻf o di attimi
e nei miei sorrisi senz’affetto a tutti resi
porto stanco limiti appesi ai perché
verso ciò che spesso chiamano l’osé

prosopografie

posso scavare in tutte le mie mani
per raccogliervi carezze e cortesie
così grandi da frustrarmi le manie
dei miei doni in più, cuori senza “tu”
e nel mio prospetto c’è rimasto del rispetto
ma le piaghe sono acidissime
e le redini si sciolgono da sé

illuminato dentro un sole
che nel ghiaccio dei miei occhi ha la sua schiena
che ha le spalle ricoperte di una pena
impalpabile, detestabile
e con la prudenza di chi acquista la decenza
tra le pagine di una malinconia
nella pelle affondo la mia fantasia

prosopografie

mi nascondo sotto ai miei lineamenti
questioni caprine di necessitĂ 
fiele in me, piume in me
e nell’amore scene a sé senza me

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